Garlasco: “Nessuna attribuzione di responsabilità prima della conclusione delle indagini”

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La Procura di Pavia interviene sul caso Garlasco: “Nessuna attribuzione di responsabilità prima della conclusione delle indagini”
Pavia, 19 luglio 2025 – Con un comunicato stampa ufficiale, la Procura di Pavia ha voluto fare chiarezza sulla gestione delle informazioni relative all’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco, ribadendo con fermezza che “ricostruzioni, attività in corso e persino stati d’animo” non possono essere attribuiti né al Procuratore né ai suoi pubblici ministeri. Il monito arriva in un momento di rinnovato interesse mediatico e dibattimentale attorno al caso, che vede riaprirsi alcune piste investigative.

Nel comunicato, si sottolinea che i pubblici ministeri, impegnati in un costante aggiornamento con il Procuratore sull’accuratezza delle verifiche condotte, “si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie”. La Procura ha altresì evidenziato come “altre interpretazioni che non siano del suo ufficio, in assenza di comunicati ufficiali, generano solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti frequentemente in televisione, commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture”.

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Nuovi sviluppi sull’incidente probatorio: impronte e tracce genetiche sotto esame. Nonostante l’appello alla cautela da parte della Procura, l’attenzione sul caso Garlasco rimane alta, soprattutto in vista dei prossimi appuntamenti legati all’incidente probatorio. Oltre alle tracce di DNA trovate sulle unghie di Chiara Poggi e attribuite ad Andrea Sempio – nuovamente indagato dopo due archiviazioni – l’incidente probatorio si arricchisce di un nuovo capitolo significativo: la “ricerca e l’analisi delle impronte” rinvenute nella villetta di Garlasco.

Il Giudice per le indagini preliminari (GIP) Daniela Garlaschelli ha fissato per il prossimo 23 luglio una nuova udienza. Saranno presenti pubblici ministeri, legali e consulenti delle parti per conferire l’incarico al perito dattiloscopista Domenico Marchigiani. Il suo compito sarà individuare ed eventualmente comparare impronte che potrebbero emergere dai reperti raccolti ben 18 anni fa, inclusi imballaggi di tè, cereali, yogurt e fogli di acetato contenenti tracce papillari repertate all’epoca. Una prima analisi su questi reperti non aveva evidenziato nulla a carico di Andrea Sempio, rilevando solo il DNA di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio, e di Chiara Poggi.

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Parallelamente, la perita Denise Albani, incaricata degli esami genetici, dovrebbe riprendere il suo lavoro a breve. L’ultima novità su questo fronte riguarda una discussa traccia genetica maschile trovata su una garza utilizzata per prelevare materiale biologico dalla bocca di Chiara. Questa traccia apparterrebbe al cosiddetto “ignoto 3”, un profilo genetico differente da quello di Sempio e Stasi. Tuttavia, non si esclude che possa trattarsi di una contaminazione, motivo per cui i PM di Pavia stanno comparando il profilo con quello di decine di persone, tra addetti venuti in contatto con il corpo di Chiara e amici di Sempio.

La parte centrale dell’incidente probatorio rimane comunque l’analisi approfondita dei due profili genetici rinvenuti sulle unghie della vittima, uno dei quali, secondo i pubblici ministeri, sarebbe riconducibile a Sempio. Per fare il punto su tutti questi elementi, l’udienza chiave è attesa per il 24 ottobre, salvo ulteriori sviluppi che potrebbero prolungare i tempi dei lavori degli esperti.

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