Federpol: Ancora un Congresso dalle Priorità Mancate

Genova– Il recente congresso di Federpol, la principale federazione degli investigatori privati, ha scatenato forti critiche tra alcuni operatori del settore. Il dibattito si è concentrato, ancora una volta, su temi ritenuti marginali come la cybersicurezza e l’intelligenza artificiale, trascurando questioni di vitale importanza per la professione quotidiana degli investigatori Privati.
La principale accusa riguarda il codice deontologico voluto dalla stessa Federpol, considerato da molti addetti ai lavori un vero e proprio “attentato” all’operato degli investigatori privati, specialmente nel campo delle indagini difensive. Si sostiene che sarebbe bastato ispirarsi e adattare il codice dei giornalisti per evitare spiacevoli conseguenze agli investigatori durante le loro quotidiane indagini.
Il congresso è stato aspramente criticato per le significative “assenze” nel dibattito su argomenti fondamentali per la categoria. Tra le mancanze più lamentate spiccano:
La mancata discussione sull’accesso all’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR): un database fondamentale accessibile a molte categorie professionali, ma inspiegabilmente negato agli investigatori privati.
La questione dell’accesso alle aree a traffico limitato (ZTL) durante le indagini penali difensive: un ostacolo concreto che incide pesantemente sull’efficacia delle operazioni investigative.
Questi temi, pur essendo cruciali per l’operato quotidiano, sono stati sorprendentemente ignorati, alimentando il malcontento ai veri operatori del settore delle indagini difensive o meno.
Un’ulteriore “aberrazione normativa” evidenziata è la persistente classificazione degli investigatori privati italiani come “commercianti”. Questa categorizzazione, mai veramente messa in discussione da Federpol, è ritenuta da molti investigatori profondamente inappropriata e svilente.
Tale collocazione è considerata adeguata solo per coloro che si occupano di informazioni commerciali, ovvero “quelli che comprano e rivendono informazioni”, ma non certo per chi “rischia quotidianamente la pelle per raccogliere informazioni delicate e indispensabili per il processo penale, specie se si parla di mafia o criminalità organizzata”.
Alla luce di queste pesanti critiche, emerge un interrogativo fondamentale sull’effettiva utilità di Federpol per la categoria di tutti coloro che si occupano di “vere indagini” e che nulla hanno a che fare con la sicurezza in senso lato.
La provocazione finale è un invito esplicito a Federpol a riconsiderare il proprio ruolo: “A questo punto, credo sia giunto il momento che la Federpol si concentri solo sulla sicurezza sussidiaria e abbandoni, consensualmente o meno, quello delle investigazioni private o penali difensive, occupandosi solo di ciò per cui ha davvero titolo e competenze assolutamente rispettabilissime: cioè quello della sicurezza sussidiaria e dell’antitaccheggio nei supermercati, o della sicurezza in eventi sportivi come concerti con i buttafuori e degli steward negli stadi.”
Davide Cannella