“Hannibal the cannibal”, quello reale

Tempo di lettura 3 minuti

Isolato in carcere: «Come essere sepolti vivi»

Nel Regno Unito, per Natale, quando chissà perché tutti si dovrebbe essere più buoni?!si è tornati a parlare del pluriomicida Robert Maudsley, oggi 70enne. Che di feste natalizie dietro le sbarre ne ha passate addirittura 50!!

E sempre da solo. A dimostrazione della pietà umana a Natale e nelle altre feste comandate!

Pubblicità

Per questo il killer potrebbe diventare presto l’uomo che ha passato più tempo in isolamento in tutto il mondo.

Noto come “Hannibal the cannibal”, un soprannome derivato da falsi resoconti che lo accusavano di aver mangiato il cervello di una delle sue vittime, Maudsley ha varcato la soglia del carcere all’età di 21 anni, per l’omicidio di John Farrell nel 1974. Una vicenda che avrebbe segnato l’inizio di una vita trascorsa principalmente in una cella solitaria.

Il soprannome è dovuto al fatto che durante uno degli omicidi in carcere girarono voci che descrivevano come l’omicida avesse mangiato il cervello di una vittima con un cucchiaio. Conosciuto come il detenuto più longevo del Regno Unito, dopo Ian Brady, morto nel 2017 dopo 51 anni di detenzione, Maudsley, per tempo passato in isolamento, è secondo solo a Albert Woodfox, detenuto negli Stati Uniti, che aveva passato in una cella solitaria 43 anni prima di essere rilasciato nel 2016.

La sua storia criminale, cioè la sua prima vittima fu, appunto, John Farrell, un trentenne che aveva commesso atroci abusi su bambini e che nel 1974 aveva mostrato a Maudsley delle fotografie delle sue vittime. All’età di 21 anni, nel 1974, Maudsley decise di assassinare il pedofilo, per poi consegnarsi spontaneamente alla polizia.

Dopo essere stato condannato per omicidio e aver evidenziato chiari problemi psichici, Maudsley fu internato nel Broadmoor Hospital, un ospedale psichiatrico noto per ospitare alcuni tra i detenuti più pericolosi d’Inghilterra fin dalla fine dell’800. Fu lì che commise il secondo omicidio, prendendo di mira un altro molestatore di bambini di nome David Francis, nel febbraio 1977. Francis fu trovato morto, appeso a un gancio, dopo essere stato torturato da Maudsley e da un complice di nome David Cheeseman.

Successivamente, trasferito nella prigione di massima sicurezza di Wakefield, Maudsley continuò il suo percorso di estrema violenza. Nel 1978, strangolò e accoltellò a morte Salney Darwood, un ergastolano di 46 anni, colpevole di gravi violenze domestiche e dell’omicidio della moglie, e William Roberts, 56 anni, condannato per gli orrori della violenza sessuale inflitta a una bambina di sette anni.

Da quel momento, Maudsley, ribattezzato il “mostro vendicatore di Wakefield”, venne relegato all’isolamento per via della sua pericolosità, una minaccia troppo grande per gli altri detenuti che il governo era obbligato a proteggere. Dal 1983, Maudsley ha trascorso i suoi giorni in una cella appositamente costruita per lui, misurante 18 piedi per 15. Un piede è pari a 30,48 cm. per cui si tratta di una stanza grossomodo di 4 metri per 4 e mezzo: meglio di tante celle italiane, che dovrebbe essere vietate per legge. Perché dovrebbe essere varata una legge dello “Spazio vitale garantito” per la quale ad un detenuto, come un cane al canile (gli uni e gli altri proprio per la mancanza di spazio presentano presto squilibri mentali alla faccia della rieducazione della detenzione) dovrebbe certo essere isolato, quando sussiste una pericolosità per gli altri ma dentro uno spazio vitale che non sia claustrofobico, cioè inumano!

Questa cella inglese è protetta da vetri antiproiettile, e quindi in qualche modo simile a quella che appare nel film “Il silenzio degli innocenti”.

In un documentario di Channel 5, suo nipote Gavin ha rivelato come l’uomo sia, in modo inquietante, «felice e contento» di essere segregato dal resto del mondo. Nonostante le richieste respinte di trascorrere del tempo con altri detenuti, Maudsley, in un momento di lucidità, ha detto però, che in quella cella si sente «come se fossi sepolto vivo in una bara» e nel corso degli anni, ha fatto appelli per un trattamento migliore e nel 2000 ha fatto addirittura richiesta legale per essere autorizzato a morire. In una lettera ha infatti scritto: «Qual è lo scopo di tenermi rinchiuso 23 ore al giorno? Per chi rappresento un rischio?»

Suo nipote Gavin Mawdsley ha detto a Channel 5, nel programma “Evil Behind Bars”: «[Se lo metti] con stupratori e pedofili, lo so perché me lo ha detto lui, ucciderà il maggior numero possibile di pedofili. Non sto giustificando quello che ha fatto, ma… le persone che ha ucciso erano persone davvero cattive».

Nel 2021, Maudsley ha perso l’appello per trascorrere il Natale con gli altri detenuti, venendo informato che rimarrà rinchiuso nella sua “scatola di vetro” fino alla sua morte.

CONDIVIDI
  • https://securestreams3.autopo.st:1369/stream
  • Radio Caffè Criminale ON AIR
  • on air