Anders Breivik fa causa allo Stato: ‘In carcere potrei suicidarmi’

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Il killer che nel 2011 uccise 77 persone sull’isola di Utoya dice che sono stati violati i suoi diritti umani e che presto potrebbe suicidarsi.
Anders Breivik, ritiene che il regime di isolamento carcerario, una sorta del nostro 41 bis, molto più blando, violi i suoi diritti umani e lo possa spingere  al suicidio.

Giacca e cravatta scura, barba brizzolata ben curata, Breivik si è presentato nell’aula del carcere di Anders Breivik dove si tiene il processo per cambiamento del suo regime carcerario, con un atteggiamento pacato e remissivo rispetto alle precedenti udienze  pubbliche , quando si mostrava sprezzante contro tutto e tutti e con tanto di saluto romano.

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Anders Breivik primo giorno del processo nel quale cercherà di dimostrare che i suoi 11 anni e mezzo di isolamento – può avere contatti con guardiani, avvocati, cappellano e sporadicamente con un paio di altri detenuti in una cella con tutti i confort grande come un appartamento – violano l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta “trattamenti o pene inumani o degradanti”.

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Breivik nel 2011  armato fino ai denti fece esplodere una bomba vicino agli uffici governativi di Oslo uccidendo otto persone e poi, con un gommone, raggiunse l’isola di Utoya dove si stava svolgendo una festa della gioventù del partito laburista, partito allora al governo, dove uccise 69 ragazzi, la maggior parte di loro poco più che adolescenti. Una strage che sconvolse il mondo per la ferocia del terrorista.

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