Gli incontri del Rotary Club Casentino al prestigioso Parc Hotel di Ponte a Poppi (AR)

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Difficile trovare, in una struttura moderna, un connubio di passato e funzionalità che in un albergo ristorante vuol dire confort e ben-essere. Una piacevole sorpresa si ha al Parc Hote di Ponte a Poppi. Qui, si può riposare e mangiare bene con tutti i confort moderni, con piscina, con così tanto verde, ma soprattutto con tanta Storia che ci gronda attorno da tutte le parti!

Del resto siamo in terra toscana, aretina, a pochi chilometri da dove si decise in guerra l’appartenenza della regione al campo guelfo. Quello papale e fiorentino.

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Infatti ad un tiro di schioppo dall’hotel, tra i castelli di Poppi e quello di Romena, (visibili dalle camere superior di questa location gettonata dagli amanti del trekking o gli escursionisti o gli e-bike per straordinari viaggi nelle Foreste Casentinesi, la più estese d’Europa) si svolse la celeberrima battaglia di Campaldino, con coraggiosa partecipazione di Dante Alighieri (anche se all’inizio, come feditore, cioè un attaccante che quasi da solo andava a provocare il nemico, fu davvero spaventato tanto da pensare alla fuga, come racconta nel V° Canto del Purgatorio).

La terribile e decisiva pugna è ricordata dalla Colonna posta nel 1921 per volontà del comune di Arezzo (ghibellino e sconfitto nella battaglia). Sul piedistallo furono incise le parole commemorative del poeta aretino Isidoro del Lungo:

“Sulla via lungo la quale l’oste/ Guelfa fiorentina moveva le insegne/ per andare in terra di nemici questo/ cosiddetto “cantone di Arezzo” che/ è del comune Ghibellino proprietà/ d’ignota secolare origine riceveva/ dal verso immortale del poeta combattente/ in Campaldino memoria degli infausti/ odii da città a città oggi/ nell’italiana concorde potenza/ aboliti per sempre”.

E vicino ci sono ancora cascine antiche, dove furono ammassati i feriti dello scontro dell’11 Giugno 1289 (quando qui si celebrava santa Barnaba) si è svolta una storica battaglia fra le truppe fiorentine guidate da Guglielmo di Durfort e quelle aretine guidate dal vescovo (che quindi era contro il suo papa) Guglielmino degli Ubertini.

La Colonna, detta di Dante, è visitata da migliaia di persone ogni anno, tutte appassionate di Storia. Quella colonna ed il suo basamento sono stati recentemente restaurati a cura del Rotary Club Casentino, che ha tra i tanti Club toscani di questa organizzazione che realizza progetti di servizio a scopo umanitario, promuove il rispetto di rigorosi principi etici in tutte le attività e lavora per la diffusione della pace, ha un’attività particolare n quanto ad intensità.

Ecco proprio al Parc Hotel, il Rotary Club Casentino, ha voluto organizzare un incontro conviviale, con al centro la presentazione ed un dibattito su un libro che tratta di un caso quanto mai attuale, visto che proprio il 1° Marzo si è aperta l’udienza per stabilire se rifare il processo agli ormai famosissimi Rosa e Olindo. E a riprova, dopo che da mesi le tv specializzate in crimini, hanno cominciato a riparlare del caso (che in verità ha sempre fatto discutere) decine e decine di persone si sono accalcate alla prima udienza di riesame per vedere la coppia di Erba.

Così il Rotary Club Casentino ha invitato alla cena organizzata al Parc Hotel, l’autore del libro “La strage di Erba”. L’Autore, Davide Cannella, presente con la Signora Daniela, ha organizzato la serata in modo che l’incontro conviviale, allestito negli eleganti saloni dell’albergo ristorante di Ponte a Poppi, si trasformasse in un’aula di giustizia, con tanto di difensori e accusa (rappresentata da veri avvocati dei fori di Firenze e Arezzo, anche qui divisi come a Campaldino!) dove rivivere le vicende di uno dei casi giudiziari più seguiti in Italia. Così Cannella, titolare dell’Agenzia Investigativa “Falco” di Lucca, già autore di libri di successo sul mostro di Firenze, ha ripercorso tutta la vicenda, con estrema cognizione di causa visto che Marzouk Azouz colpito mossimaente dalla strage avendo perduta in essa il figlioletto di due anni, la moglie e la suocera, aveva proprio incaricato delle indagini l’Agenzia “Falco” di Cannella. E questa aveva allestito un pool di esperti, che con l’aiuto di genetisti, per prima riuscì a mettere in dubbio certe prove che si davano per scontate, come quella principe del “sangue” sul battitacco della macchina di Olindo Romano. Tutti gli invitati, che poi sono intervenuti con domande e osservazione e che di fatto hanno costituito una “giuria popolare” hanno sommamente gradito questa serata, che resterà negli annali del Rotary Club Casentino e del Parc Hotel.

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