Sebastiano Visintin rompe il silenzio: “Non ho nulla a che fare con la morte di Liliana”

Sebastiano Visintin alla Falco Investigazioni di Lucca

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Trieste, 29 maggio 2025 – Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich e unico indagato per la sua morte, ha rotto il silenzio ai microfoni di Radio Caffè Criminale. Raggiunto mentre pedalava in Slovenia, Visintin ha respinto con forza le accuse, dichiarando: “Non ho niente a che fare con la morte di Liliana”.

“Cammino molto in bici”, ha affermato Visintin, “vado tutti i giorni per rilassarmi e non pensare a nulla. Cerco di continuare la mia vita come sempre. Non è facile vedersi additato su tutte le testate televisive come quello che ha assassinato la moglie. Ecco perché ho deciso, tranne a voi naturalmente e pochi altri, di non rilasciare più interviste”.

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Interrogato sulle ultime notizie emerse dopo il deposito della perizia Cattaneo, Visintin ha preferito non commentare direttamente: “Posso dire solo che in questa fase delle indagini è necessario fare lavorare gli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua che mi seguono da sempre.”

La conversazione si è poi spostata sul sequestro dei coltelli rinvenuti in casa di Visintin. L’uomo ha spiegato di aver regalato “decine di coltelli a tante persone” e che sarebbe stato un professionista toscano, a cui ne aveva donato alcuni, a chiamare la questura e a dire che che ne aveva avuto uno in regalo anche lui. Alla domanda sul perché fossero stati sequestrati così tanti coltelli, considerando che Liliana non è stata uccisa con un’arma da taglio, Visintin ha risposto: “Questo non lo sa nessuno. Avranno i loro motivi. Sono coltelli di tre anni e mezzo fa che io ritiravo per lavoro. Coltelli che si consumano, si rompono, si perdono. Bisogna vedere cosa intende fare la Procura. Me ne hanno portati via più di mille. La maggior parte di questi coltelli non è roba mia ma dei ristoranti. Ho dovuto ricomprare i coltelli nuovi a questi clienti. Ho speso un sacco di soldi per ricomprarli. Chissà quando me li ridaranno”.

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Al momento, Sebastiano Visintin rimane l’unico indagato per la morte di Liliana Resinovich. La consulenza tecnica collegiale – medico-legale, anatomo-patologica e naturalistico-forense – affidata il 26 gennaio 2024 ai Professori Cristina Cattaneo, Biagio Eugenio Leone, Stefano Vanin e al Dott. Stefano Tambuzzi, incaricati dalla Dott.ssa Maddalena Chergia, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, non ha ancora chiarito molti punti interrogativi sulla vicenda. L’unico elemento che sembrerebbe consolidato, e riscontrato anche dalla TAC, è l’epoca della morte, ovvero non molto prima del rinvenimento del cadavere.

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