Borsellino era vicino ad arrestare il procuratore della Repubblica di Palermo Giammanco

Murales deturpato dai mafiosi a Palermo

Murales di Borsellino deturpato dai mafiosi a Palermo

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Palermo – Un’intervista esclusiva andata in onda sul Tg1 ha riaperto uno squarcio inquietante sulla misteriosa fine di Paolo Borsellino. A parlare è Carmelo Canale, ex ufficiale dei carabinieri e storico collaboratore del magistrato, oggi in pensione. Le sue dichiarazioni, rilasciate a pochi giorni dall’anniversario della strage di via D’Amelio, sono destinate a sollevare nuove domande sulle indagini e sui depistaggi che hanno segnato la storia italiana.

“Certamente Borsellino, poco prima di morire, aveva detto che era prossimo ad arrestare il procuratore Giammanco”, ha rivelato Canale, riferendosi a Pietro Giammanco, all’epoca a capo della Procura di Palermo. Una rivelazione che getta un’ombra pesante su uno degli snodi cruciali delle indagini di Borsellino, suggerendo che il suo lavoro non si limitava a colpire la mafia, ma toccava anche vertici delle istituzioni.

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L’intervista ha toccato anche un altro punto cruciale: l’Agenda Rossa, il diario del magistrato scomparso il giorno dell’attentato e mai più ritrovato. Secondo Canale, il contenuto di quell’agenda avrebbe potuto cambiare il corso della storia: “Con quanto c’era dentro, oggi avremmo visto e capito cosa scrisse Borsellino pochi giorni prima di morire”.

Ma non è tutto. L’ex carabiniere ha annunciato di aver raccolto gli appunti di Borsellino da un’altra agenda, un altro prezioso pezzo di memoria che presto verrà consegnato alla commissione Antimafia. Questa documentazione, si spera, potrà far luce su aspetti ancora oscuri delle indagini del magistrato.

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Accanto a Canale, durante l’intervista, c’era anche sua figlia. Un momento di grande emozione ha caratterizzato la presenza della giovane donna, alla quale la famiglia Borsellino ha donato un oggetto dal valore inestimabile: la borsa che il magistrato lasciò in macchina il giorno della strage. Quella stessa borsa che, secondo le testimonianze, conteneva l’Agenda Rossa. “Sono orgogliosa di poterla mostrare a tutti”, ha dichiarato la figlia di Canale, sottolineando che non si tratta solo di un oggetto, ma di un potente “simbolo che trasmette legalità e abnegazione per il lavoro e grande umanità”.

Le dichiarazioni di Carmelo Canale, quindi, non solo riaccendono i riflettori su uno dei misteri più complessi della storia italiana, ma riportano anche l’attenzione sulla figura di Paolo Borsellino, un uomo che ha pagato con la vita la sua ricerca instancabile della verità. Le indagini della commissione Antimafia, con l’aiuto dei nuovi appunti, potrebbero finalmente aggiungere tasselli importanti a un mosaico ancora incompiuto.

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