Arresta donna ad Avellino. Segregava con le catene figlia per non farla uscire
Di Daniele Vanni
Aiello del Sabato (Avellino). Per impedire alla figlia 20enne di uscire, arrivava a chiuderla a chiave in una stanza e spesso a legarle mani e piedi con le catene. Si trova in carcere, con le accuse di lesioni, maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona, la madre è stata arrestata ad Aiello del Sabato, in provincia di Avellino.
Nei giorni scorsi, la sorella della vittima aveva denunciato ai carabinieri quanto accadeva in casa e, dopo un’indagine lampo, la 47enne è finita in manette. Le due ragazze sono state sistemate in una struttura protetta, mentre il loro padre è stato denunciato e allontanato dall’abitazione col divieto di avvicinarsi ai suoi otto figli (quattro sono minorenni, accolti ora da una casa famiglia).
La 20enne segregata, che a volte poteva mangiare una sola volta al giorno, è stata trovata in discrete condizioni di salute. Alcuni anni fa era fuggita ed era stata trovata di notte in un bosco. Era stata assistita dai servizi sociali.
La giovane era tenuta legata con una catena a una ringhiera delle scale interne dell’edificio o al proprio letto. Proprio in queste condizioni, l’hanno trovata i Carabinieri intervenuti presso l’abitazione. La ragazza ha raccontato agli operanti di essere stata costretta a restare chiusa in camera, al buio, in condizioni sanitarie precarie, per giorni interi, mangiando una volta al giorno.
È stato il Covid a salvarla. Infatti dopo averlo contratto, la madre l’ha spostata nella camera con la sorella 18enne. La ragazza, finalmente, ha avuto il coraggio di denunciare tutto e salvare, una volta per tutte, la sorella.
Durante gli interrogatori di garanzia, la madre si è avvalsa della facoltà di non rispondere: “Non era nelle condizioni di poterlo fare” ha detto il suo difensore, che ha sottolineato l’assenza totale delle istituzioni. Subito dopo è stata la volta dell’interrogatorio di garanzia del marito (che ha le stesse imputazioni della moglie) uomo assai conosciuto nel paese, che a invece risposto alle domande del Gip. Per lui sono scattate le misure di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento alla persona offesa, ma è indagato per gli stessi reati dei quali è accusata la moglie. Inspiegabile il fatto che per anni abbia assistito alle violenze, ai maltrattamenti senza fare nulla per fermare la consorte ed aiutare la figlia che viveva in condizioni disumane.
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