Saman, tutti a processo i familiari della 18enne pachistana

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Di Daniele Vanni

Sono stati tutti rinviati a giudizio i familiari di Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa da Novellara (Reggio Emilia) il 30 aprile 2021, dopo essersi ribellata a un matrimonio combinato, con un parente, in patria.

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Il gup Dario De Luca ha mandato a processo lo zio della ragazza, Danish Hasnain e i due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, arrestati nei mesi scorsi in Francia e Spagna, dove erano fuggiti. A giudizio anche i genitori, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, padre e madre latitanti in Pakistan. Sono accusati, a vario titolo, di sequestro di persona, omicidio e soppressione di cadavere. 

La prima udienza è stata fissata il 10 febbraio 2023. Anche l’Unione delle comunità islamiche è stata ammessa come parte civile. Accolte anche le richieste di costituzione del Comune di Novellara, dell’Unione comuni della bassa reggiana, del fratello minorenne di Saman, uno dei testimoni principali a carico degli imputati e dell’associazione Penelope, che riunisce familiari e amici delle persone scomparse. Respinte le eccezioni delle difese dei cinque imputati.

Tra le parti civili ammesse al processo per la morte di Saman c’è anche il fratello ancora 17enne un testimone chiave della vicenda. L’unico che ha collaborato, di fronte a genitori che se ne sono tranquillamente tornati in patria, dove secondo trasmissioni televisive sarebbero una specie di clan assai temuto e gli altri parenti scappati in mezza Europa! Fu lui a indicare agli inquirenti che ad ammazzare la sorella sarebbe stato lo zio Danish Hasnain.

L’avvocato Simone Servillo che difende Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, i genitori di Saman, rispondendo ad una giornalista che parla di fantasmi, controbatte: “Coloro che non sono presenti in un processo non sono fantasmi e più delle volte sono vittime di un sistema che dà per scontato cose che non dovrebbero esserlo come l’effettiva consapevolezza di un processo a proprio carico”. Il che vuol dire che non sanno di essere sotto processo? E allora perché sarebbero scappati?

Anche i difensori dello zio, che si dice:”incastrato” insorgono: “Accuse infondate. Dopo avere esaminato le carte, possiamo dire che gli addebiti mossi a Danish sono infondati. È innocente”. Lo sostiene Domenico Noris Bucchi che difende lo zio della 18enne che è accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio. “La tesi della pubblica accusa si basa su presunzioni, un’ipotesi investigativa basata su semplici sospetti”, ha continuato Bucchi che poi ha concluso: “Finalmente oggi abbiamo un processo nel quale siamo certi che potremo dimostrare che Danish non è responsabile dei fatti contestati”.


Così pure i legali dei cugini: “Estranei ai fatti”

 “Nomanhulaq non è responsabile di alcun reato”. Ne è convinto l’avvocato Luigi Scarcella che difende Nomanhulaq Nomanhulaq, cugino di Saman Abbas. “Sicuramente ora a processo non avremo più una lettura parcellizata degli atti di indagine, dai singoli frame alle letture parziali di intercettazioni telefoniche piuttosto che dei tabulati – continua – A dibattimento verificheremo se è successo, cosa e se qualcuno ha partecipato”.

A cosa?

Il legale poi non esclude di presentare in futuro “un’istanza di scarcerazione” per il suo assistito, che si trova detenuto. Dello stesso avviso Mariagrazia Petrelli, l’avvocato dell’altro cugino Ikram Ijaz: “Ci aspettavamo il rinvio a giudizio, ma il mio assistito continua a proclamarsi completamente estraneo ai fatti. Faremo di tutto per dimostrare la sua innocenza”, sottolinea.

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