Serena Mollicone: Appare a Lucca un manifesto “J’accuse”.

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E apparso in nottata in via Roma in pieno centro storico di Lucca, un manifestino particolarmente critico sulla sentenza di assoluzione di tutti gli imputati nel caso dell’omicidio di Serena Mollicone di Arce provincia di Frosinone.

Un J’accuse ?

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Nel manifesto, oltre all’immagine del brigadiere Santino Tuzi, “apparentemente” suicida, e quella della povera Serena Molliconi, si leggono le seguenti frasi:

“Attenzione . Se andate a fare una denuncia Arce Roma 2001 Imputati Maresciallo Franco Mottola moglie Annamaria il figlio Marco Carabiniere Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano – Uccisa in caserma perché voleva denunciare”.

Serena Mollicone è scomparsa il primo giugno del 2001. L’ultima volta era stata vista nei pressi di Piazza Umberto. La ragazza fu ritrovata senza vita due giorni dopo nel boschetto di Fonte Cupa a otto chilometri da Arce. Le indagini si concentrarono nella caserma dei carabinieri di Arce dove Serena avrebbe avuto una discussione con Marco Mottola, figlio del Comandante della stazione.

l’11 aprile 2008 , Santino Tuzi, brigadiere in servizio presso la stessa caserma, viene trovato ucciso nella sua auto colpito da un colpo partito dalla sua pistola d’ordinanza. Tuzi Avrebbe dovuto testimoniare sul delitto di Serena Mollicone ma non arriverà mai a quel processo. Incidente, suicidio o cosa?

Il papà di Serena, Guglielmo Mollicone, aveva fatto riaprire le indagini: da cartolaio si era trasformato “investigatore privato”. Vittima anche lui di sospetti e depistaggi, così come il carrozziere Carmine Belli, finito in carcere da innocente. Guglielmo non si arrende e fa riaprire le indagini grazie alle insistenti voci che sostenevano che il brigadiere Santino Tuzi, avrebbe visto entrare Serena in caserma, il giorno della sua scomparsa, e di non averla più vista uscire. Dopo la riapertura, Tuzi confermò la cosa ma poi, secondo gli inquirenti, pressato dai colleghi, si sarebbe tolto la vita.

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Finiscono sotto processo per la morte di Serena Mollicone il Maresciallo Franco Mottola, suo figlio Marco, la moglie Annamaria e il Maresciallo Vincenzo Quatrale, tutti accusati di concorso in omicidio.

Guglielmo aveva sempre detto che il segreto della scomparsa e poi della morte di sua figlia Serena era da ricercare all’interno della Caserma dei Carabinieri di Arce.

L’udienza del 16 luglio scorso del Tribunale di Cassino, ha assolto tutti gli imputati. Non sono bastati 16 mesi e oltre 50 udienze per fare luce su chi ha ucciso la povera ragazza.

Suo padre, Guglielmo, è venuto a mancare per arresto cardiaco il 21 maggio del 2020 senza aver potuto dare giustizia a sua figlia.

Oggi invece un manifesto incollato sopra un cestino dei rifiuti in via Roma a Lucca, apre come un moderno “Pasquino”:

“Uccisa in caserma perché voleva denunciare”.

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