Omicidio Liliana Resinovich, il cadavere è stato congelato?

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È un’ipotesi remota, nata più che al altro dal fatto che le indagini, incredibilmente, non hanno chiarito dove sia stata nei giorni della scomparsa la donna.

Il ritrovamento del corpo è avvenuto il 5 gennaio. I periti hanno detto che tutt’al più poteva essere morta da due-tre giorni. Ma, alcuni avanzano questa ardita spiegazione: Liliana potrebbe essere morta addirittura il 14 Dicembre precedente, cioè nel momento della scomparsa e poi il corpo senza vita di Liliana Resinovich potrebbe essere stato congelato per diversi giorni e poi trasportato sul luogo del ritrovamento.

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Molto laborioso, non da pensare, ma da fare. È quanto emergerebbe dalla perizia della Procura, affidata al medico legale Fulvio Costantinides e al radiologo Fabio Cavalli. Il cadavere della pensionata 62enne fu ritrovato il 5 Gennaio scorso nel boschetto dell’ex Ospedale Psichiatrico di San Giovanni a Trieste. La Resinovich però potrebbe essere morta (come?) il 14 Dicembre, cioè il giorno della sua scomparsa, e il suo corpo potrebbe essere stato congelato fino a poco prima del ritrovamento.

Sull’ipotesi torna anche il quotidiano “Il Piccolo”, riprendendo una possibilità, basata sugli esami post mortem, di cui si era già parlato in passato.

Ma ammettendo per assurdo che questa pista possa avere qualche validità: com’è morta Liliana? Di morte naturale? Uccisa da qualcuno e da chi e come? Oppure si suicidata subito: e allora perché fare tutta questa messinscena che non sembra plausibile. Per di più senza lasciare impronte o tracce. E in quale congelatore è stata tenuta e dove? E com’è stata trasportata in quel boschetto? E a che scopo?

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Ci sembrano troppe domande, per dare seguito a questa illazione.

Gli esperti nelle 50 pagine della Perizia sono fermi nella convinzione che la donna si sia uccisa soffocandosi con dei sacchetti di nylon e che il decesso sia avvenuto due o tre giorni prima del ritrovamento del corpo.

Non è chiaro, invece, questo sì che era da indagare, dove la donna abbia trascorso il periodo della scomparsa. E non dovrebbe neppure essere impossibile saperlo, perché avrà pure mangiato, dormito, da qualche parte.

Gli stessi periti nel documento prendono in considerazione l’ipotesi del congelamento, giudicandola “remota”, e precisando che la morte sarebbe avvenuta “in luogo ignoto e diverso, con cadavere conservato e poi teoricamente congelato” per essere poi trasferito “a gennaio nel luogo del rinvenimento”. I due periti precisano inoltre che “non vi sono, allo stato, elementi specifici per dimostrare un avvenuto congelamento post mortale del cadavere”, indicando una serie di ostacoli che uno o più complici avrebbero dovuto superare come il luogo della morte, le dimensioni del congelatore, la posizione del corpo e il trasporto.

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