Salento: dieci arrestati, anche il sindaco di Otranto, 60 indagati, per corruzione

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Nella mattinata di oggi, militari dei Comandi Provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Lecce, assieme ai funzionari della Polizia Provinciale, dando esecuzione ad un provvedimento di misure cautelari, emesso dal GIP del Tribunale di Lecce nei confronti di 10 soggetti (di cui 2 in carcere e 8 agli arresti domiciliari), nelle vesti di amministratori, funzionari pubblici, imprenditori e liberi professionisti, per i reati di associazione per delinquere finalizzata al compimento di plurimi delitti contro la Pubblica Amministrazione, la fede pubblica e l’amministrazione della giustizia, oltre che in materia di corruzione elettorale, per atti contrari ai doveri d’ufficio, frode in processo penale e depistaggio, turbata libertà degli incanti, truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea ed altro.

L’indagine è partita addirittura nel Dicembre 2017, quando qualcosa di non chiaro avviene e si scopre in un comune salentino. Dagli sviluppi delle indagini, emerge un modus operandi dell’apparato pubblico ispirato, oltre che all’arricchimento personale, ad assicurarsi bacini di consenso elettorale, attraverso una gestione personalistica di presidi di potere a livello locale che regionale.

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Complessivamente 60 gli indagati, raggiunti alle prime luci dell’alba da provvedimenti giudiziari spazianti dalla notifica di informazioni di garanzia fino all’applicazione di misure restrittive della libertà personale e cautelari di natura reale.

Sono state sequestrate strutture turistiche, stabilimenti balneari, aziende agrituristiche, unità immobiliari e ingenti somme di denaro, per un valore complessivo di diversi milioni di euro.

È venuto alla luce, quello da molti sospettato: un consolidato sistema associativo di natura corruttiva tra politici ed imprenditori, che da tempo avrebbe pervaso l’amministrazione comunale, con aggiudicazioni di appalti e rilasci di concessioni comunali “comodi” in modo da averne benefici ed in più assicurare un “bacino di voti” per il sostegno elettorale. Ne fanno fede gli abusi edilizi.

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