Liliana Resinovich è morta per asfissia

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Liliana Resinovich è deceduta per “morte asfittica tipo spazio confinato (plastic bag suffocation), senza importanti legature o emorragie presenti al collo” e il decesso risalirebbe a 48-60 ore circa prima del rinvenimento del cadavere stesso”.

Come dire, interpretiamo noi, se non matematicamente, ma stando alle risultanze: probabile suicidio. Se qualcuno l’avesse uccisa soffocandola in maniera soft, cioè inscenando un suicidio, avrebbe dovuto sedarla con farmaci o altro che sarebbero risultati dalla necroscopia.

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Sono le conclusioni dei consulenti del pm, Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, incaricati dalla Procura di Trieste di indicare l’epoca della morte e le cause che l’hanno determinata, la cui consulenza è stata depositata, come ha reso noto in un comunicato la stessa Procura della Repubblica. Scrivono i consulenti – dopo il confronto con i consulenti nominati dalle altre parti, che: “il cadavere non presenta lesioni traumatiche possibili causa o concausa di morte, con assenza per esempio di solchi e/o emorragie al collo, con assenza di lesioni da difesa, con vesti del tutto integre e normoindossate, senza chiara evidenza di azione di terzi”. A questo punto, la Procura dovrà valutare “se le indagini preliminari possano dirsi completate o se invece siano opportune ulteriori attività onde non lasciare nulla d’intentato per fare piena luce sull’episodio”.

Sembrerebbe, dall’assenza di altri segni che non ci sia stato il concorso di qualcuno.

Ma la domanda è: dov’è stata Liliana per le tre settimane che distano dalla sua sparizione, 14 Dicembre, al momento del ritrovamento, 5 Gennaio?

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E perché uno che ha deciso di spezzare la propria vita, attende tutto questo tempo e poi va a compierlo non distante dalla propria casa, dopo aver avuto mille occasioni in 3 settimane? E cosa ha mangiato, dove ha dormito, possibile che abbia fatto tutto da sola, senza l’aiuto di nessuno? Sembra improbabile. Qualcosa non torna. La Procura dice che eventualmente vaglierà un supplemento di indagine, ma certo quelle fin qui effettuate non hanno risolto un gran chè.

Soprattutto dall’autopsia e dagli altri esami, si dovrebbe aver capito cosa Liliana ha mangiato (e quindi dove) nelle ultime ore e negli ultimi giorni. E dalla terra delle scarpe, dai depositi sotto le unghie, ecc. scoprire almeno dove ha vagato e, soprattutto: se l’ha fatto, perché non dovrebbe essere impossibile stabilire la differenza tra un corpo che è stato ad es. all’aperto nei boschi sotto le intemperie (si è parlato tante volte di cadavere tenuto in un congelatore) per quasi un mese e quello di una persona che ha regolarmente mangiato e dormito al caldo sotto un tetto.

Ma anche indagare, forse sarebbe utile, più a fondo nella psicologia di una donna che non appare mai felicissima, almeno a vedere da distante nei filmati e nelle foto che si vedono in tv, nelle quali sembra reciti una parte. Ma anche indagare, perché, se avesse deciso davvero di cambiare radicalmente vita e compagno, perché non è andata a quell’appuntamento decisivo il 14 Dicembre. Si è fermata da sola?

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