560 anni fa nasceva Giovanni Pico della Mirandola

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Cold Case – Morì avvelenato dall’arsenico?

Era Il 24 febbraio 1463, quando Giovanni Pico, conte di Mirandola e principe di Concordia, venne al mondo nel suo castello nel modenese:

“fu vista una fiamma in forma di cerchio stare sopra il giaciglio della partoriente e tosto svanire”, l segno era evidente che quel bambino era destinato a illuminare il mondo” scrisse il nipote Gianfrancesco Pico.
Ricco, generoso e soprattutto coltissimo. Si narra che un cardinale che sosteneva come i bambini prodigio da grandi sarebbero divenuti perfetti idioti: Pico, lo guardò dal basso verso l’alto e senza scomporsi un istante gli rispose: “Chissà com’era dotata da piccolo Vostra Eminenza!”.

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E non aveva avuto tutti i torti a risentirsi per quella battutaccia: si dice infatti che fosse capace di recitare a memoria tutta la Divina commedia o qualunque altro poema avesse ascoltato una sola volta.
Da giovane non fu di certo uno stinco di santo. Sempre pronto a cacciarsi in un mare di guai alla prima occasione utile.
Il 10 maggio 1486, aveva tentato di rapire ad Arezzo la bellissima Margherita, moglie di un lontano parente di Lorenzo de’ Medici. Stregata dagli occhi azzurri, dai capelli biondi e dalle spalle larghe di quel ragazzone alto quasi due metri, scappò con lui verso Siena. Ma i due furono raggiunti dal marito tradito e dai suoi soldati, che con le armi si ripresero la fuggiasca.
Il genio della bella cittadina della provincia di Modena era convinto che i corpi celesti non avessero alcun potere sulle vicende umane. Diceva che non fosse possibile prevedere il futuro basandosi sulle congiunture astrali. La cosa naturalmente gli costò profonde antipatie dal mondo astrologico, attivissimo e potentissimo all’epoca.
Oggi nessuno naturalmente ucciderebbe per queste ragioni, ma all’epoca qualcuno invece avrebbe potuto farlo.
Secondo recenti studi da parte degli antropologi, l’occupante della tomba fiorentina nella chiesa di San Marco Pico della Mirandola sarebbe stato avvelenato con l’arsenico: ne rimangono infatti abbondanti tracce nelle sue ossa.

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