Banksy: l’uomo invisibile
The Banksy Story
L’invisibilità è un elemento centrale della leggenda che circonda l’elusivo artista di strada Banksy, ma potrebbe aver rivelato il suo nome in un’intervista riemersa.
L’intervista, registrata per la prima volta nel 2003, è stata pubblicata martedì come episodio bonus della serie di podcast della BBC “La storia di Banksy”.
Quando l’ex corrispondente artistico della BBC Nigel Wrench chiese a Banksy se il suo nome fosse “Robert Banks”, come riportava all’epoca il quotidiano The Independent, l’artista rispose: “È Roberto”.
Wrench ha condiviso l’intervista d’archivio con il conduttore del podcast James Peak, un noto estimatore del lavoro di Banksy, dopo aver ascoltato la serie di 10 episodi che tracciava l’ascesa dell’artista e includeva una registrazione non verificata della sua voce da un’intervista recuperata del 2005 con la National Public Radio (NPR) statunitense.
Tuttavia, non è tutto come sembra, come spesso accade con Banksy, un artista noto per il suo umorismo ironico, i metodi subversivi e i temi anticonformisti.
“È stato rivelato un nome”, ha detto Peak alla CNN martedì. “È il nome giusto? È uno scherzo intelligente?”, ha aggiunto Peak, alludendo al fatto che un nome come Roberto Banks potrebbe essere un buon gioco di parole.
Protetti dalla sua invisibilità, i caratteristici graffiti di Banksy sono comparsi in tutto il mondo, apparendo sui muri degli edifici bombardati in Ucraina, sulle magliette per sostenere i manifestanti sotto processo per aver rovesciato la statua del commerciante di schiavi Edward Colston durante le proteste Black Lives Matter del 2020 in Inghilterra e a Parigi, evidenziando la crisi migratoria in Europa nel 2018.
Il suo spettacolo del 2003, aperto poco dopo la sua intervista con Wrench, presentava furgoni della polizia pieni di graffiti, un’immagine di Winston Churchill con un mohicano in erba e animali da fattoria vivi dipinti con i motivi a quadretti blu della polizia metropolitana.
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