Condannato il diciannovenne per tentato omicidio
10 anni e 8 mesi per aver lanciato una bici sui Murazzi: condannato il diciannovenne
Torino, 19 marzo 2024 – Dieci anni e 8 mesi di carcere per tentato omicidio. È la condanna inflitta oggi al diciannovenne Victor U., accusato di avere scagliato una bici elettrica dalla balaustra dei Murazzi del Po a Torino la notte tra il 20 e il 21 gennaio 2023. La bici colpì in testa uno studente universitario siciliano, Mauro Glorioso, 23 anni, che rimase gravemente ferito e riportò una tetraplegia.
Il processo si è celebrato con rito abbreviato. Il giovane, che si è scusato per il gesto, è stato condannato al termine di un’udienza durata circa due ore. Il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. All’epoca dei fatti, il diciannovenne era in compagnia di altri tre ragazzi, minorenni, che sono già stati condannati in primo grado a pene comprese tra i 4 e i 6 anni di carcere per lesioni dolose.
“La cosa che fa più male è che non abbiamo riscontrato pentimento da parte di nessuno”, ha commentato a caldo Giuseppe Glorioso, il padre di Mauro, che ha assistito alla lettura della condanna. “Per il resto, rispettiamo la sentenza”.
Il giovane condannato è stato portato in carcere. La sua difesa ha annunciato che ricorrerà in appello.
La sera del 20 gennaio 2023, Mauro Glorioso si trovava in coda davanti alla discoteca The Beach, ai Murazzi del Po. Intorno alle 2 di notte, un gruppo di ragazzi, tra cui Victor U., si trovava sulla balaustra soprastante. Secondo la ricostruzione dei fatti, uno di loro lanciò una bici elettrica che colpì in testa lo studente universitario.
Glorioso fu trasportato in ospedale in gravi condizioni e sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Le sue ferite sono state giudicate guaribili in 400 giorni, con una prognosi.
Nel corso dell’udienza di oggi, il diciannovenne si è scusato con la vittima e la sua famiglia. “Mi dispiace per quello che ho fatto”, ha detto. “So che non c’è scusa per quello che ho fatto, ma non volevo colpire nessuno”.
La famiglia Glorioso ha accolto la sentenza con “rispetto”. “Non ci sono parole per descrivere il dolore che proviamo”, ha detto il padre di Mauro. “Ma almeno questa sentenza ci dà un po’ di giustizia”.
“La sentenza è stata severa”, ha commentato l’avvocato del diciannovenne, Stefano Castrale. “Ricorreremo in appello perché riteniamo che la pena non sia proporzionata al reato”.
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