Portella della Ginestra: Servizi segreti sempre presenti nelle stragi.

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1° Maggio 1947 – 1° Maggio 2024: Commemorando la strage di Portella della Ginestra

Oggi ricorre il 77esimo anniversario della strage di Portella della Ginestra, un eccidio che il 1° Maggio 1947 ha segnato tragicamente la storia italiana. In località Portella della Ginestra, nel comune di Piana degli Albanesi (Palermo), la banda criminale di Salvatore Giuliano sparò sulla folla di contadini riuniti per celebrare la Festa del Lavoro. Un atto di violenza efferata che causò la morte di undici persone e numerosi feriti.

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Possiamo pensare per davvero che Salvatore Giuliano possa avere sparato selvagiamente alla sua gente?

Sulla collina di Montelepre vi erano veramete gli uomini di Salvatore Giuliano oppure, confusi tra loro, vi erano alcuni agenti dei servizi segreti di una o più potenze straniere?

Tuttavia, il processo tenutosi a Viterbo il 3 maggio del 1952 non ha chiarito del tutto le responsabilità dei mandanti. Le pesanti accuse mosse da Gaspare Pisciotta, ex luogotenente di Giuliano, contro esponenti politici monarchici e democristiani, tra cui Bernardo Mattarella e Mario Scelba, non hanno trovato riscontro. La Corte d’Assise di Viterbo ha infatti dichiarato le accuse infondate, basandosi sulla molteplicità di versioni fornite da Pisciotta e sulla mancanza di prove dirette.

Rimangono dunque aperte le domande sulla reale matrice della strage. Le dichiarazioni di Pisciotta, seppur ritenute inaffidabili, gettano un’ombra di sospetto sulla possibile implicazione di poteri politici nazionali ed esteri nell’eccidio.

Oltre a Salvatore Giuliano, già ucciso nel 1950, sono stati condannati all’ergastolo: Gaspare Pisciotta, ucciso anche lui nel carcere dell’Ucciardone da un caffè avvelenato, Antonino Terranova, Frank Mannino, Francesco Pisciotta, Antonino Cucinella, Giuseppe Cucinella, Nunzio Badalamenti, Pasquale Sciortino, Francesco Gaglio, Angelo Russo, Giovanni Genovese, Giuseppe Genovese, Vincenzo Pisciotta e Salvatore Passatempo.

Durante il processo, Pisciotta ha accusato diversi esponenti politici di aver avuto contatti con Giuliano e di aver pianificato la strage. In particolare, ha fatto i nomi dei deputati monarchici Giovanni Alliata di Montereale, Tommaso Leone Marchesano e Giacomo Cusumano Geloso, e dei democristiani Bernardo Mattarella e Mario Scelba. Pisciotta ha inoltre accusato l’ispettore generale di Pubblica Sicurezza Ettore Messana di aver fornito i mitra utilizzati per la strage.

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La Corte d’Assise di Viterbo ha ritenuto le accuse di Pisciotta infondate, non ritenendo credible le sue diverse versioni dei fatti. Secondo i giudici, la strage non fu causata da pallottole vaganti, come sostenuto da Giuliano e dai suoi uomini, ma da un atto deliberato, come dimostrato dai numerosi bossoli e dalle schegge metalliche trovate sul luogo del massacro. Inoltre, i giudici hanno evidenziato che Giuliano, sparando con la mitragliatrice, sempre che alla mitragliatrice ci fosse lui, aveva deliberatamente preso di mira la folla.

Le motivazioni della strage rimangono ancora oggi oggetto di dibattito. Oltre all’avversione del bandito verso i comunisti, si ipotizza che l’eccidio fosse finalizzato a preservare i vecchi equilibri di potere da parte di esponenti mafiosi e forze reazionarie, intimoriti dall’avanzata del movimento contadino e dal successo del Blocco del Popolo alle elezioni del 1947.

L’eccidio di Portella della Ginestra ha rappresentato l’apice della cosiddetta “crisi del Maggio 1947”, un periodo di tensioni sociali e scontri politici che insanguinò l’Italia nel secondo dopoguerra. Nei giorni successivi alla strage, seguirono assalti a sedi di partiti di sinistra e Camere del Lavoro in Sicilia.

Nonostante i mandanti dell’eccidio non siano mai stati ufficialmente individuati, la responsabilità della banda di Giuliano è ampiamente riconosciuta. Tuttavia, nel corso degli anni, non sono mancate ipotesi alternative che ipotizzano il coinvolgimento di esponenti politici siciliani e nazionali, oltre a possibili ingerenze da parte dei servizi segreti stranieri.

La memoria della strage di Portella della Ginestra rimane viva e ogni anno, il 1° Maggio, migliaia di persone si recano in pellegrinaggio al luogo del massacro per commemorare le vittime e ribadire i valori di giustizia, libertà e democrazia.

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