L’Atleta di Lisippo resti a Malibù

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Un paradosso giuridico all’ombra della vittoria ed eccezioni poco chiare, metterebbero il potente museo del petroliere statunitense naturalizzato britannico, al riparo di ogni perdita economica e culturale.

Sebbene la recente sentenza della Corte Europea di Strasburgo confermi la precedente decisione italiana che definisce illegittima l’acquisizione dell’opera da parte del Getty Museum di Malibù, un alone di perplessità avvolge il futuro dell’Atleta di Lisippo. La statua bronzea, attribuita al celebre scultore greco del IV secolo a.C., si trova ancora esposta in California, nonostante la sua comprovata appartenenza al patrimonio culturale italiano.

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La questione, apparentemente semplice, si intrica in un labirinto di cavilli giuridici. Da un lato, l’Italia vanta il diritto di reclamare la proprietà dell’opera, in quanto rinvenuta nelle sue acque territoriali. Dall’altro, il Getty Museum solleva eccezioni procedurali, contestando la legittimità del processo di confisca. Oltre all’aspetto prettamente giuridico, emerge un’ulteriore questione, di natura etica e pratica. L’Atleta di Lisippo, con i suoi oltre 2.300 anni di storia, presenta un’evidente fragilità. I ripetuti spostamenti e le complesse procedure di restauro potrebbero compromettere ulteriormente il suo stato conservativo.

Il caso solleva interrogativi cruciali sul destino delle nostre opere d’arte, patrimonio inestimabile del Paese. Occorre trovare un equilibrio tra la legittima rivendicazione italiana e la tutela della stessa opera. Soluzioni come prestiti temporanei o mostre itineranti pongono in essere l’annoso problema.

La vicenda dell’Atleta di Lisippo serve da monito per il futuro. È necessario rafforzare i meccanismi di tutela del patrimonio culturale italiano, sia a livello nazionale che internazionale, per scongiurare future spoliazioni e garantire la fruizione di queste meraviglie alle generazioni attuali e future.

Il caso rappresenta solo la punta di un iceberg. In Italia, numerose opere d’arte giacciono in musei stranieri a seguito di vicende spesso oscure. Serve un’analisi attenta e un’azione congiunta per fare luce su questi casi e riportare a casa i tesori che ci appartengono.

La battaglia per l’Atleta di Lisippo non è solo una questione di proprietà, ma un richiamo alla responsabilità collettiva nella tutela del nostro patrimonio culturale.

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