«Luca» El Makkaoui, l’assassino di Anselmo Campa, era stato il fidanzato della figlia

Tempo di lettura 2 minuti

di Daniele Vanni

Una storia contorta di prestiti, vendita di un’auto e vecchi rancori tra l’operaio di origini marocchine e l’imprenditore ucciso

Ormai, la verità su di noi, ma anche i nostri “testamenti” spirituali è scritta sui social: ma vanno scritti con la “s” maiuscola, come una volta ci insegnavano le Maestre in segno di rispetto o no?

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Hamedi El Makkaoui (anche se da tutti si faceva chiamare Luca), 22 anni, operaio di origini marocchine, nato a Castelli Calepio, diplomato al “Serafino Riva” di Sarnico, e per diversi anni fidanzato della primogenita di Anselmo Campa, che ha ammesso di aver ucciso a martellate, su Facebook, nel 2017, si presentava così: «È arrivata la piccola belva», ma forse parlava della sua auto una Renault Clio rossa, che aveva avuto proprio da quello che poteva diventare suo suocero.

Il padre di Federica, che oggi ha 21 anni e che dopo avere lavorato per qualche tempo nell’azienda di famiglia, la Ttg di Cologne, oggi fa l’animatrice turistica, e al momento del delitto era sul Mar Rosso. La coppia aveva anche convissuto a Grumello e anche dopo la separazione i due erano rimasti in buoni rapporti. 

Cinque anni dopo, proprio una lite per quella vettura lo porterà a massacrare a martellate l’uomo che gli aveva dato l’auto,Anselmo Campa, imprenditore di Grumello di 56 anni trovato morto in casa mercoledì sera.

I rapporti tra il ragazzo, che lavora come operaio in una ditta del Bresciano, e l’uomo, come a volte avviene tra “suocero” e “genero”, non erano mai stati particolarmente buoni. E nel tempo c’erano stati anche diversi prestiti di denaro. 

Che forse, e non in senso positivo, avevano fatto sì che i rapporti fossero continuati anche dopo la separazione fra i due giovani. Qualche tempo fa, Campa pare avesse deciso di mettere in vendita la Clio (che quindi aveva dato in prestito? O con promessa di vendita?) e aveva trovato un cliente fra gli amici del Circolo Arci che frequentava. Ma pare che il giovane non volesse cedere l’auto, anche perché sembra che a sua volta la volesse acquistare e nel tempo avesse anche versato (a caparra?) delle rate. Sembra per qualche migliaio di Euro. Ne erano nate altre discussioni, insieme a quelle legate alla restituzione dei prestiti e a ulteriori richieste di denaro. 

Da qui è facile intuire il litigio telefonico (deve essere stato a ben alta voce) che i vicini di casa dicono di avere sentito la sera di Pasquetta. Nella serata di martedì il ragazzo si è presentato a casa di Campa per discutere, ma è nata la lite con l’aggressione mortale.

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