Modena, baristi cinesi aggrediti perché staccano caricabatterie a due spacciatori ghanesi
Di Daniele Vanni
“Che le cose stiano andando sempre peggio lo sanno bene, perché da quanto hanno rilevato il bar, due anni fa, di episodi simili ne hanno visti parecchi. Detto questo, probabilmente non si aspettavano un’aggressione del genere per futili motivi. Scene da far west in corso Vittorio Emanuele, una delle aree più problematiche del centro cittadino, dove domenica pomeriggio i titolari del bar tabaccheria Tropical, a pochi metri da piazzale Natale Bruni, sono stati aggrediti e malmenati da un gruppo di spacciatori che frequentano la zona.” Così scrive il collega Luca Gardinale nella cronaca cittadina di una città che una volta era considerata…diciamo diversamente da quello di cui dobbiamo scrivere oggi.
Oggi avviene quando nel bar ci sono tutti i proprietari, una famiglia di origini cinesi formata da madre, padre e figlio, ed è pomeriggio di domenica, trovano una powerbank, una batteria portatile (probabilmente per monopattini) attaccata alla presa della corrente all’interno del negozio. Dopo aver chiesto a chi appartenesse e non aver ottenuto risposta, il barista ha stacca la batteria, dicendo, forse con ironia, che siccome non è di nessuno, la può anche buttare.
A quel punto, alcuni dei clienti presenti, spacciatori, si tratterebbe di giovani ghanesi, conosciuti da tutti: residenti e commercianti e abitanti della zona, si scagliano contro il barista e i suoi parenti, colpendoli con pugni, calci e spintoni. E con violenza crescente: tanto che due baristi, che hanno avuto bisogno di essere trasportati in autoambulanza al Pronto Soccorso del Policlinico.
Riportiamo ancora stralci di quanto scrive il collega Gardinale di Italian News, che conosce naturalmente molto meglio la realtà modenese attuale: “Gli aggressori si sono dileguati lasciando a terra i due baristi, che hanno chiamato la polizia e il 118: «La polizia non è intervenuta – raccontano i titolari – ma ci ha richiamati più tardi, mentre eravamo in ambulanza per raggiungere il Policlinico». Ieri al lavoro c’era solo il figlio, mentre il padre era a casa per cercare di recuperare dopo l’aggressione: «Abbiamo rilevato il locale da due anni – spiega il barista – e la situazione in questa zona è continuamente peggiorata».
Per quanto riguarda gli aggressori, dunque, si tratta di un gruppo di spacciatori piuttosto conosciuti in corso Vittorio Emanuele: «Sono persone che spadroneggiano nel quartiere – racconta un cliente del bar – e continuano a farlo da tanto tempo. Purtroppo questa zona del centro ormai è terra di nessuno, tra spaccio, prostituzione e sesso a cielo aperto nei vicoli laterali». Una situazione molto delicata che vale anche per la parte opposta della rotatoria di piazzale Bruni: su via Piave sono ricomparse le prostitute anche di giorno, mentre c’è chi consuma rapporti in un angolo dietro la chiesa del Tempio, anche nel tardo pomeriggio, sotto lo sguardo attonito dei passanti. Tornando alla zona di corso Vittorio Emanuele, commercianti e residenti chiedono maggiore attenzione: «Non è possibile vivere e lavorare in queste condizioni», chiudono i clienti del bar dove è avvenuta l’aggressione.”
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