Strage scuola Texas, morto d’infarto il marito della maestra ‘eroina’

Two women embrace outside Rancho Tehama Elementary School, where a gunman opened fire Tuesday, Nov. 14, 2017, in Corning, Calif. Authorities said, a gunman choosing targets at random, opened fire in a rural Northern California town Tuesday, killing four people at several sites and wounding others at the elementary school before police shot him dead. (ANSA/AP Photo/Rich Pedroncelli) [CopyrightNotice: Copyright 2017 The Associated Press. All rights reserved.]

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L’uomo non ha retto al dolore. La nonna del killer “è viva e in condizioni stabili”. E la polizia si difende dalle accuse di essere intervenuta in ritardo.

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Di Daniele Vanni

L’uomo sa essere crudele fino alla criminalità, ma anche sentimenti, che possono uccidere, per il troppo bene.

È morto infatti, d’infarto il marito di Irma Garcia, una delle due maestre della scuola elementare di Uvalde, uccisa mentre faceva scudo con il proprio corpo ai piccoli alunni, che venivano falciati dalle pallottole di un pazzo assassino.

Il decesso arriva a due giorni dalla strage, costata la vita a 21 persone (di cui 19 bambini) e mentre infuria la polemica sui ritardi nell’intervento da parte della polizia.

Secondo la famiglia, Joe Garcia, non ha retto al dolore per la perdita della moglie, con cui era sposato da 24 anni. “Ha perso l’amore della sua vita”, ha scritto una cugina, Debra Austin, su Twitter, ricordando che quest’anno la coppia avrebbe festeggiato le nozze d’argento.

I due avevano quattro figli: il maggiore Cristian è appena entrato nei Marines; la più piccola frequenta ancora le scuole medie. In mezzo, un altro ragazzo iscritto alla Texas State University; infine un’altra ragazza, al penultimo anno di liceo. Nella cittadina di 15mila abitanti, si conoscono tutti: Irma e Joe erano andati alla stessa High School e lì si erano innamorati 30 anni fa.

Intanto “è viva e in condizioni stabili” la nonna di Salvador Ramos, la prima contro cui si sono indirizzati i colpi del giovane killer. E che rendendosi conto della follia del nipote aveva tentato di fuggire in giardino dove è stata colpita alla testa.

E intanto la polizia prosegue le indagini che hanno in verità poco da dire, mentre si difende per essere finita, nell’occhio del ciclone per essere intervenuta dopo quasi un’ora dall’inizio della mattanza, sostenendo di essere arrivata, invece, dopo pochi minuti dal momento in cui Salvador Ramos ha cominciato a sparare.

I filmati, con i tempi registrati diranno chi ha ragione.

“Gli agenti lo hanno seguito dentro l’istituto e poi hanno chiamato i rinforzi”, ha dichiarato Victor Escalon, direttore del dipartimento Sicurezza del Sud del Texas. “La maggior parte degli spari sono stati esplosi nelle fase iniziali, prima dell’arrivo della polizia – ha spiegato poi oggi in conferenza stampa -. Ramos ha cominciato a sparare fuori dalla scuola, dal parcheggio. Ha sparato molti, molti colpi”. Il giovane killer “non è stato affrontato da nessuno” fuori dalla scuola, ha detto ancora il direttore generale smentendo le notizie di stampa secondo le quali Ramos aveva avuto un “confronto” con una guardia scolastica. “Non ha incontrato nessuno da casa della nonna alla scuola. È entrato nell’edificio senza ostacoli dalla porta principale”, ha sottolineato. “Dobbiamo capire perchè lo fosse”.

Sono state invece le squadre speciali della Border Patrol Tactical Unit ad arrivare nella scuola elementare “un’ora dopo” l’ingresso del killer e lo hanno ucciso, ha detto ancora Escalon. La polizia locale e le guardie di sicurezza della scuola “sono entrate dopo quattro minuti. Hanno sentito colpi di arma da fuoco, hanno fatto dei giri di ricognizione e poi si sono messi al riparo”, ha aggiunto.

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