Pestato a sangue a Crotone: l’accusa è tentato omicidio

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Resta in carcere il ventiduenne crotonese arrestato venerdì scorso con l’accusa di essere l’autore della violenta aggressione consumata ai danni di un ventenne di Bologna ma con origini crotonesi, massacrato a calci e pugni che è ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale Pugliese Ciaccio di Catanzaro. Ma ora l’accusa è di tentato omicidio.

E ancora non è chiaro il movente della brutale aggressione subita dal ragazzo che potrebbe essere legata a futili motivi forse uno sguardo di troppo a una ragazza che era in compagnia dell’aggressore.
Passalacqua resta in carcere, indagato per tentato omicidio. Si aggrava, dunque, la posizione del 22enne accusato della violenta aggressione che giovedì sera ha ridotto in fin di vita Davide, un 20enne bolognese in vacanza a Crotone con la famiglia. Al termine dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto ieri pomeriggio presso la casa circondariale di Crotone, il gip Massimo Forciniti ha deciso di convalidare l’arresto effettuato dalla Squadra Mobile della Questura ventiquattr’ore prima, accogliendo la richiesta del pm Pasquale Festa; l’avvocato difensore di Passalacqua, Giovanni Ettore Sipoli, aveva invece chiesto la revoca dell’arresto o, in subordine, la concessione di misure meno afflittive.

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Passalacqua, dunque, resta in carcere, e con l’accusa di tentato omicidio anziché quella di lesioni personali gravissime contestatagli in un primo momento. Il gip, alle cui domande il 22enne ha scelto di non rispondere, ha valutato sussistessero sia il pericolo di fuga (Passalacqua risulta senza fissa dimora) che quelli di inquinamento delle prove e reiterazione del reato. «I precedenti di polizia del ragazzo e le modalità del fatto – scrive – denotano una spiccata pericolosità dell’indagato, che ha mostrato particolare efferatezza e professionalità in tale tipo di condotte violente». Questi elementi, secondo Forciniti, emergerebbero sia dalla ricostruzione dell’aggressione effettuata nel corso delle indagini (anche attraverso le immagini di videosorveglianza) che dalla relazione del medico legale ausiliario del pm.

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