Il fronte delle carceri

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Di Andrea Faiello

Ha avvelenato l’ambiente politico italiano almeno dagli anni 60/70.
I collegamenti che qui sono nati e si sono sviluppati hanno creato quella confusione di intenti e interessi che poi dalla fine degli anni 70/inizio 80 hanno definitivamente chiarito l’area di intervento della criminalità politica confusa con quella comune.

Ho avuto anche io“ nel mio piccolo“ momenti di contatto con tali ambienti allorquando con il compianto Innocente Poziello , Tipografo e impegnato sindacalmente nella Redazione del Mattino di Napoli redigemmo il
Periodico Alternativa Democratica nato e cresciuto nella sezione PCI di Giugliano.
Erano i mesi allucinanti del Sequestro Cirillo con l’allora Presidente Regionale DC Campania ostaggio delle BR che fu oggetto di spudorata trattativa Stato/Mafia negata solo due anni prima per il Sequestro Moro.
Una foto da noi pubblicata in prima pagina e pervenuta a sua volta da un’altra pubblicazione locale: Il corriere Giuglianese ritraeva Flaminio Piccoli, l’allora Segretario nazionale della DC all’ingresso del ristorante La Lanterna a Villaricca insieme al suo ospite: l’allora potente e rampante Giuliano Granata, Sindaco di Giugliano e capo di un monocolore DC che grazie a una operazione inconsulta della direzione provinciale del PCI aveva scalzato la tradizionale compagine di sinistra e dirigeva il Comune e la Ricostruzione post terremoto 80 che aveva visto l’arrembaggio della Camorra imprenditoriale al posto di quella che era sempre stata fino ad allora più o meno gregaria.
L’occasione dell’articolo fu una dichiarazione di Flaminio Piccoli all’appunto di un giornalista che gli contestava il fatto che proprio l’allora Sindaco di Giugliano, segretario personale di Cirillo, risultava aver partecipato e anzi organizzato la delegazione nel Carcere di Ascoli Piceno da cui seguì l’interessamento diretto di Raffaele Cutolo nella raccolta di fondi e nel pagamento del riscatto alle BR tramite appunto i contatti possibili e coltivati del Fronte delle Carceri.
Piccoli, all’appunto del giornalista aveva risposto che lui non poteva conoscere tutti i sindaci democristiani d’Italia”
Questa foto lo sconfessava in modo stridente proprio quando le commistioni tra camorra e politica stavano venendo fuori e la Magistratura non aveva ancora occupato lo spazio istituzionale che occupò invece nel bene e nel maledi lì a un decennio con la gestione di Mani Pulite “.
La foto, portata poi proprio dal proprietario/direttore del Corriere giuglianese alla Redazione provinciale de l’Unità: il giornale del PCI, che la pubblicó nell’edizione nazionale, provocó un terremoto politico che poco dopo costrinse Piccoli alle dimissioni.
Io all’epoca ero studente e segretario del circolo FGCI, il vivaio del PCI con a capo il giovane nato vecchio o vecchio nato giovane” Massimo D’Alema, Ero anche Corrispondente de l’Unitá da Giugliano ma alla mia richiesta di istruzioni con chi riferirmi per il Caso Cirillo“ che stava balenandosi, il Direttore della redazione con una alzata di spalle mi rispose che dovevo continuare al limite ad occuparmi di cronaca locale e di attività politica della Sezione, mentre questa vicenda doveva essere seguita da Federico Geremicca, figlio di Andrea, allora Segretario regionale del PCI e mio coetaneo che avevo conosciuto nella Scuola di Partito a Maiori, ma rispetto a me figlio di un compagno autorevole“(sic.). Che poi nel prosieguo ebbe ruolo di primo piano proprio nella vicenda della bufala di Marina Maresca / Unità… e poi ha fatto carriera nel giornalismo giungendo oggi a dirigere“ Il Giorno”
E Il Sindaco che era direttamente e inspiegabilmente informato precisamente del mio ruolo non ruolo nella vicenda seppe valutare la falsa soffiata secondo cui ero stato io e altri redattori della Pubblicazione “Alternativa democratica “ a portare all’Unitá la foto incriminata.
Ricordo i momenti di fondato timore allorquando insieme a Innocente Poziello, fondatore della Rivista e Direttore editoriale, mentre andavamo in stampa ci giunse la notizia del ritrovamento del corpo decapitato di Ivo Semerari , psichiatra delle carceri che risultó pure avere avuto un ruolo di primo piano nella trattativa del sequestro Cirillo e stava inviando segnali di “ avvertimento “ a chi sapeva fatti e collegamenti.
Fermammo le rotative e in una livida “ riunione di redazione “ decidemmo di sospendere la pubblicazione della rivista che pure stava riscuotendo grande interesse locale e ci venne in mente il “ monito “ riferito tramite un comune conoscente: “. che non volle riferire la fonte:”Vuje ve crerite e fa politica ma i stessi dirigenti vuosti ve vennono ! E “chisti “ ( i camorristi) nun pazzeano!..”

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