Perquisite le case di Sgarbi, sequestrato il quadro di Manetti presentato a Lucca

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Il provvedimento del pm di Macerata, in parte atteso, dopo le notizie dei giorni scorsi è scattato con le perquisizioni e il sequestro dell’ormai famoso quadro, che il sottosegretario ha consegna.

I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio hanno sottoposto a sequestro probatorio, su attività delegata dalla Procura di Macerata, il quadro attribuito a Rutilio Manetti, Seicento senese, “La Cattura di San Pietro” nella disponibilità sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, indagato per riciclaggio di beni culturali.

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I militari hanno perquisito tre abitazioni del critico d’arte, che respinge ogni accusa e che ha consegnato spontaneamente il dipinto.

Il sequestro è un atto dovuto per compiere tutti gli accertamenti sul quadro, il cui originale era stato rubato in un castello piemontese e del quale ci siamo già occupati.

L’unica cosa positiva, dopo che saranno tirate le somme e si sarà chiarito se il quadro presentato per la prima volta a Lucca, era l’originale, se esistessero copie autentiche dello stesso quadro, cosa assai improbabile, il perché dell’aggiunta della famosa “luce” in un quadro caravaggesco, che si basa quindi sul gioco delle luci, sullo sfondo “buio” dei quadri e nel barocco seicentesco, ma anche perché Sgarbi sia rivolto a due restauratori, quella famoso al quale arrivò la tela arrotolata e quella veneta della quale si ignora la portata del restauro, se è vero che sulla stessa tela aveva già operato il bresciano Gianfranco Mingardi, ed in ultimo il perché di commissionare delle copie in 3D ad una azienda specializzata emiliana, dicevamo al netto di tutto questo, la vicenda che potrebbe impattare sul Governo (dopo i casi Santanchè, Pozzolo, il treno di Lollobrigida, i saluti romani…) un effetto culturale l’ha ottenuto: che, adesso, molti italiani conoscono, almeno il nome, di Rutilio Manetti, allievo del Salimbeni e di Francesco Vanni, e tra i più prolifici autori del primo Seicento senese, con tele visibili a Firenze, agli Uffizi o alla Galleria Palatina di Pitti.

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E, adesso, sempre che si tratti di un originale, ma comunque non visitabile dal pubblico, alla Procura di Macerata.

Daniele Vanni

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