Kata, tra sensitivi, depistaggi e legali che rinunciano

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Spunta un atto violento anche della madre

Adesso spuntano anche i sensitivi, come nel Lago della Duchessa per Moro. E veramente il quadro che esce dalla sparizione di Kata, ormai 6 mesi fa, dall’albergo Astor, occupato da due anni da decine e decine di immigrati peruviani, sudamericani rumeni, che hanno reso Via Maragliano, una parte non periferica di Firenze, un centro di scontri, di tentativi di “suicidi” di risse tra occupanti e forse molto altro, senza che s’intervenisse, è desolante.

Anche per la sfiducia che queste persone che dovrebbero integrarsi nella nostra Nazione, hanno dichiaratamente e apertamente non solo dimostrato non dicendo la verità, ma affermato in interviste alla stampa e tv, è davvero sconfortante.

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Del resto, era anche difficile, pensare il contrario, visto che Kata scomparsa “misteriosamente” lo scorso 10 Giugno e di cui non si sono trovate più tracce, è figlia di un padre che al momento dei fatti era in carcere a Sollicciano, ed ora vi è stato di nuovo associato. Dello zio Abel Alvarez Vasquez, detto Dominique, finito anche lui in carcere, che era il braccio destro di Carlos, il cosiddetto “dueno” dell’Astor in oraticava il vero “proprietario” dell’Astor ex albergo per turisti, trasformato in ahotel per immigrati, dove invece che l’affitto e la tassa di soggiorno, si pagava il pizzo per ogni stanza e addirittura il pedaggio per ogni visita a parenti e amici!

Assieme allo zio, sono stati arrestati Carlos De La Colina Paolomini detto Carlos e Nicolas Lenes Aucaucasi, mentre i giudici hanno ribadito i domiciliari per Carlos Manuel Salinas Mena a causa dello stato di salute e perché ha la possibilità di vivere in una casa, contestando, a vario titolo, il reato di estorsione anche tentata, rapina, lesioni e tentato omicidio!

De La Colina e Alvarez Vasquez, secondo i giudici, “hanno spadroneggiato, imposto dazioni di denaro per accedere ai vani dell’ex albergo occupato e reagito con violenza ad eventuali insubordinazioni”. I due “non hanno mai mostrato alcuna comprensione verso chi aveva problemi abitativi come loro pretendendo cospicue somme di denaro per concedere spazi e camere nell’ex Astor, mostrando avidità e umana ferocia”.

In particolare la sera del 28 maggio, come da indagini, nell’ex hotel Astor i quattro indagati misero a segno un raid punitivo con mazze a bastoni nei confronti di tre o forse quattro famiglie di occupanti. Un ecuadoregno si lanciò dalla finestra dell’immobile per sfuggire all’aggressione. “In quel clima di vero e proprio terrore con mazze e bastoni che colpivano infissi e persone, urla e minacce di morte”. Per il riesame, l’uomo percepì “il rischio per la propria vita minore con un volo di poco più di 7 metri che attendendo nella stanza assediata il rientro degli aggressori che avevano forzato la porta”

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E, a leggere i giornali locali, spesso i più informati sulle cose di casa, si parla già di gruppi organizzati, fra gli immigrati amerindi: “Quando Carlos chiedeva i soldi e minacciava, era sempre in compagnia di un certo Dominique e anche del cognato di quest’ultimo”. A dichiararlo, il 7 giugno scorso, è il fidanzato di una dei Navarro Barbosa, il clan rivale degli Alvarez-Chicllo”.

Così il quadro, non della scomparsa della povera bimba, ma del mondo che le era accanto, si fa più chiaro e gli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi hanno rinunciato alla difesa dei genitori di Kata, scomparsa il 10 giugno scorso:«Venuto meno il rapporto di fiducia».

Ma spunta una sensitiva peruviana!

“Sono infatti venute meno le condizioni che possano assicurare un benché minimo rapporto fiduciario con i nostri assistiti – spiegano in una nota congiunta gli avvocati – sia per la diffidenza che costoro hanno da sempre manifestato e continuano a manifestare nei confronti degli inquirenti, cui va invece riconosciuto il merito di aver svolto un enorme lavoro investigativo e di ampia e costante disponibilità nei riguardi della coppia, quanto per l’emersione di ipotesi ricostruttive dei fatti pervenute direttamente ai nostri assistiti, puntualmente rappresentate agli inquirenti, frutto dei suggerimenti di una sedicente sensitiva peruviana, le quali tuttavia non hanno trovato alcun fondamento pur a seguito di autonome indagini difensive che ne smentiscono la sussistenza e che gli scriventi non intendono condividere, né promuovere a tutela della loro onorabilità e professionalità”.

Rinuncia alla consulenza anche l’ex comandante del Ris, Luciano Garofano.

È sufficiente? Macchè. La mamma che tanto attaccava gli inquirenti perché facevano poco…

  • Daniele Vanni
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