Eredità Agnelli, a Milano altre indagini sui quadri

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A Torino riprenderà il processo tra gli Elkann e la loro madre

La battaglia giudiziaria tra la gli Elkann e la loro madre riguardo l’eredità lasciata dall’avvocato Agnelli, riprenderà a Torino.

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Il processo era stato sospeso in attesa dell’esito di due cause in Svizzera, ma ieri la Suprema Corte ha respinto il ricorso degli Elkann, come hanno fatto sapere fonti legali vicine alla loro madre, e ha stabilito essere «pienamente sussistente la giurisdizione italiana», annullando l’ordinanza torinese.

Dovranno quindi andare avanti le indagini della Procura di Milano con al centro il tesoro di Giovanni Agnelli: 13 opere d’arte che arredavano Villa Frescot e Villar Perosa a Torino e una residenza di famiglia a Roma, sparite anni fa e ora reclamate dalla figlia Margherita unica erede dopo la morte della madre e moglie dell’Avvocato, Marella Caracciolo di Castagneto, la quale aveva l’usufrutto dei beni.

Sul caso dei 13 quadri di Gianni Agnelli, di cui si è persa traccia, il Gip di Milano aveva interrogato le due governanti di fiducia di Marella Caracciolo – le due potrebbero sapere qualcosa sulle tele di Picasso, Bacon, Monet, De Chirico, Balthus e Balla, reclamate da Margherita Agnelli. Il giudice aveva archiviato la posizione di due indagati per ricettazione: il gallerista svizzero, Giovanni Gabriele Martino e il suo collaboratore Gennaro Martusciello, che erano stati accusati di custodire le opere in un caveau.

Vi sono state perquisizioni dei caveau, senza trovare nulla, rogatorie eseguite dalla Svizzera, testi e controlli incrociati su registri e telecamere che: “non hanno consentito di rinvenire alcun coinvolgimento” dei due indagati. Nè si può – aggiunge la gip – seguire altre notizie adombrate dallo 007 privato di Marella Caracciolo sulla fiduciaria Fidersel spa (dietro cui per lei si celerebbe il figlio John Elkann).

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Il detective – spiega il Corriere della Sera – si trincera dietro il segreto professionale sulle fonti, il che: “non consente di svolgere alcuna seria valutazione sulla loro esistenza e attendibilità”. Per la gip, oltre a sentire le due testimoni, i pm possono come ultimo tentativo per individuare “i soggetti che si sono appropriati delle 13 opere d’arte”, consultare: “tutte le banche dati tenute presso i competenti uffici, compresi quella del Ministero della Cultura e la piattaforma Sistemi Uffici Esportazione”.

In questi giorni, il Tar del Lazio ha negato tale accesso ad un giornalista di Report.

Quindi, riprenderà a Torino la ‘battaglia’ giudiziaria sull’eredità lasciata dall’Avvocato, il gip milanese Lidia Castellucci, accogliendo in parte i suggerimenti messi nero su bianco da Margherita nell’opposizione alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta, ha indicato al pm Cristian Barilli e al procuratore aggiunto Eugenio Fusco di raccogliere le testimonianze di Paola Montalto e Tiziana Russi, entrambe persone di fiducia di Marella Caracciolo, le quali si sono occupate degli inventari dei beni ereditati, e di consultare tutte le banche dati “competenti” comprese quelle del Ministero della Cultura e la piattaforma S.U.E. (Sistema Uffici Esportazione).

Daniele Vanni

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