Il diaspro rosso di Barga, Bagni di Lucca e della Cappelle Medicee di Firenze

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Grande interesse e scalpore ha fatto la fotonotizia della bella vena di diaspro, ripulita da alcuni ambientalisti ed amanti della Natura. Che va sempre scritta con la “N” maiuscola.

Nostro piccolo suggerimento, per tutti coloro che vogliono organizzare una bella gita di quelle non “istruttive” ma che davvero ampliano l’animo, dopo aver visto questa meraviglia di Bagni di Lucca, risalire il corso della Loppora (il nome viene dal termine “Lupu” etrusco) dove si trovano facilmente pezzi anche di notevole dimensione di diaspro rosso.
Questo proviene dalla sponda nord, quella appenniniche del torrente, una volta pieno di trote, che dopo breve percorso di getta nel Serchio a Fornaci di Barga, dove esistevano le famose cave di diaspro di Barga, servite per adornarsi magnificamente le Cappelle Medicee di Firenze.
Barga che si distingue da tutto il resto della Valle del Serchio, territorio storicamente sotto il dominio lucchese o estense, dopo la morte, assai sospetta, di Castruccio Castracani nel 1328, si dette tre anni dopo, nel 1331 ai Fiorentini e a Firenze si legò per sempre fino alla nascita della nostra Nazione.

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Quindi, terza tappa: Firenze, Cappelle Medicee, costruite già a partire dall’inizio del ‘400, con l’intervento alla Sagrestia Vecchia, come luogo di sepoltura dei banchieri padroni di Firenze, da Giovanni di Bicci, uno dei fondatori della dinastia fino ai Granduchi di Toscana e dei loro familiari, fino all’estinzione della Casata, fino all’intervento della costruzione della Sagrestia Nuova da parte di Michelangelo che, spesso sulle Apuane per la scelta dei suoi marmi, conosceva bene il diaspro rosso di Barga e lo volle, nel 1519, per adornare magnificamente la Cappella dei Principi.

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