Le strane analogie tra le stragi di Bologna, Italicus e Rapido 904: Un’ombra tra mafia e terrorismo

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Roma – Il 2 agosto 1980, una devastante esplosione squarciava la stazione di Bologna, lasciando dietro di sé 85 morti e oltre 200 feriti. La potente miscela di esplosivo, un “Compound B” potenziato con nitroglicerina, segnava il culmine della “strategia della tensione”, un periodo buio in cui il terrore si mescolava a depistaggi e trame oscure. Le sentenze hanno indicato la matrice fascista, ma una domanda continua a riemergere, alimentata da inquietanti analogie con altre stragi: quella dell’Italicus e del Rapido 904. È possibile che dietro il terrorismo nero si nascondesse un’ombra ancora più profonda, quella della criminalità organizzata come la Mafia?

Mentre le indagini sulla strage di Bologna si concentravano sulla pista neofascista, culminando nelle condanne di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, i riflettori si accesero su altre dinamiche, spesso trascurate. La strage del treno Italicus (4 agosto 1974) e quella del Rapido 904 (23 dicembre 1984), pur avendo matrici differenti, mostrano punti di contatto sorprendenti con l’attentato bolognese.

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In tutti e tre gli eventi, l’esplosivo fu il principale strumento di morte, utilizzato per seminare il panico sui mezzi di trasporto pubblici, simbolo di una normalità quotidiana da infrangere. Se l’Italicus fu attribuito a un gruppo di estrema destra, il Rapido 904 fu chiaramente orchestrato da Cosa Nostra. Un’inchiesta successiva rivelò come il boss Pippo Calò avesse commissionato a un cittadino tedesco un potente radiocomando, lo stesso tipo di strumento ritrovato in casa di Guido Cercola, uomo di cerniera tra la malavita romana e la mafia.

Questo intreccio tra terrorismo e criminalità organizzata non è una novità. La testimonianza di Tommaso Buscetta sul tentato golpe Borghese aveva già consolidato l’idea di un rapporto tra l’estremismo di destra e la mafia. La criminalità organizzata, spesso usata come strumento da apparati deviati dello Stato, ha sempre minacciato le istituzioni. Le sentenze successive, in particolare quella sulla Trattativa Stato-mafia, hanno confermato l’esistenza di un patto tra le due entità.

Non dovrebbe quindi stupire l’ipotesi che la mafia abbia potuto organizzare, in concorso con i terroristi neri, la strage di Bologna. Le indagini più recenti, infatti, hanno portato a nuove condanne per la strage, indicando come mandanti, finanziatori e organizzatori anche Licio Gelli, Umberto Ortolani e Mario Tedeschi. Una rete che univa politica, servizi segreti deviati e criminalità.

La storia italiana è costellata di stragi che sembrano preludere a quelle successive. La strage di Bologna, successiva a quella dell’Italicus e precedente a quella del Rapido 904 e agli attentati mafiosi del 1993-94, come quello sventato allo Stadio Olimpico di Roma, non può essere letta come un evento isolato. Il legame tra questi eventi sembra delineare un filo rosso che lega la mafia, l’eversione neofascista e un potere occulto, capace di manovrare il terrore per destabilizzare il Paese e, forse, consolidare il proprio potere.

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