Quel pasticciaccio infinito del mostro di Firenze
La scia di un assassino ancora indecifrata ed insoluta.
Firenze, 08.08.2024– Sono passati decenni da quando il nome “Mostro di Firenze” innescò un allarme rosso nelle campagne toscane. Un incubo che ha segnato la storia criminale italiana, lasciando dietro di sé una scia di sangue e un mistero che sembra destinato a rimanere irrisolto.
Milioni di carte giudiziarie, interrogatori infiniti, perizie contraddittorie: un labirinto di indizi e false piste che ha inghiottito le vite di coppie innocenti e ha trasformato l’inchiesta in un vero e proprio caso nazionale.
200 sospettati e nessun colpevole.
L’elenco dei sospettati è impressionante: oltre duecento nomi sono passati al vaglio degli inquirenti, tra cui una dozzina di “maniaci solitari” finiti sotto i riflettori dei media. Ma nessuno è mai stato condannato in via definitiva per tutti i delitti.
“Maniaci solitari” gettati nella mischia mediatica, spolpati e poi abbandonati come gusci vuoti nella discarica delle false piste. Un meccanismo che ha alimentato il sensazionalismo e ha allontanato sempre di più dalla verità.
Ancora oggi, il caso del Mostro di Firenze divide l’opinione pubblica. C’è chi crede che la verità sia stata scoperta e nascosta, chi sostiene che l’assassino sia ancora in libertà, e chi, invece, pensa che si sia trattato di una serie di eventi sfortunati e isolati.
Un dato è certo: Le indagini sono state condotte fin dall’inizio con troppa superficialità seguendo piste sbagliate e senza un criterio logico. Maghi fattucchiere e sedicenti criminologi hanno contribuito a rendere questa maledetta storia un ginepraio invalicabile aumentando così un mistero senza fine . Un mistero che continua a tormentare il paese ma che sembra non imboccare l’unica strada giusta che meritava essere seguita fino in fondo; quella del 1968.
Il Mostro di Firenze è un enigma che continua a tormentare la nostra società. Un monito sulla fragilità della giustizia e sull’importanza di non dimenticare le vittime di una tragedia che ha segnato un’epoca.
Intanto un nuovo, inatteso capitolo si apre nel macabro enigma del Mostro di Firenze. Le indagini, da anni ferme su un punto morto, potrebbero subire una svolta decisiva grazie al ritrovamento di un profilo genetico sconosciuto su uno dei proiettili utilizzati durante gli omicidi.
A lanciare l’allarme è stata la genetica forense, che ha sottolineato come questo DNA rappresenti una “firma” inequivocabile del killer, un elemento che potrebbe finalmente portare all’identificazione del mostro.
Speriamo non sia l’ennesimo errore di contaminazione come quello del “fantasma di Heilbronn”. Un fantasma dopo ben 16anni ha finalmente un nome e un volto, ma non quello di un serial killer. Si è trattato dell’ignara impiegata di una fabbrica di cotton fioc, che aveva contaminato con il suo dna decine di tamponi, destinati alle polizie scientifiche di mezza Europa.
Una storiaccia che ci auguriamo non abbia a ripetersi e su cui speriamo tutti e su cui spera fortemente anche la famiglia di Stefania Pettini, una delle prime vittime della serie di omicidi, che ha presentato una richiesta ufficiale per la riesumazione del corpo. I familiari sperano che un’analisi approfondita delle unghie della giovane donna possa rivelare la presenza di tracce genetiche dell’assassino, fornendo così un tassello fondamentale per risolvere il caso.
“Sappiamo che Stefania ha lottato con il suo aggressore”, ha dichiarato uno dei familiari, “e speriamo che sotto le sue unghie si siano incastrate delle cellule che possano aiutarci a dargli un nome e un volto”.
La comunità scientifica e l’opinione pubblica sono con il fiato sospeso in attesa dei risultati degli esami. Gli esperti, tuttavia, avvertono che il processo potrebbe essere lungo e complesso, soprattutto considerando lo stato di conservazione dei reperti dopo tanti anni.
Nonostante le difficoltà, la speranza di poter finalmente chiudere un capitolo oscuro della storia italiana è palpabile. La riapertura delle indagini ha riacceso l’attenzione mediatica sul caso, riproponendo interrogativi e sospetti che da decenni tormentano l’immaginario collettivo.
Davide Cannella