Omicidio Garlasco: Generale Garofano – il Mistero della “Perizia Segreta”

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PAVIA – Una nuova ombra si allunga sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, con l’ex generale dei Ris, Luciano Garofano, coinvolto in un’inchiesta e al centro di una presunta contraddizione che scuote il caso. Garofano, già comandante dei carabinieri Ris in congedo, compare nelle carte relative all’inchiesta su Garlasco e sull’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, e risulta aver ricevuto un bonifico di 6.343 euro dalla famiglia di Andrea Sempio, l’amico del fratello della vittima, oggi nuovamente indagato per il delitto del 13 agosto 2007, la cui posizione era stata archiviata all’epoca.
Secondo quanto riportato da Garofano, il versamento è il compenso per una sua consulenza a favore della famiglia Sempio. La contraddizione emergerebbe, stando a quanto spiega Il Giornale, nel momento in cui l’ex generale avrebbe dichiarato di aver consultato la perizia Linerallo nell’ambito di questa sua attività.
Il punto cruciale è che il documento, noto come “Perizia Linerallo”, parlerebbe già della presenza di Dna sotto le unghie di Chiara Poggi, una traccia che nelle nuove indagini ha riportato l’attenzione proprio su Andrea Sempio, ritenuto (da alcuni esperti) 2.153 volte più probabile rispetto a un ignoto come portatore di quel Dna. Il paradosso è che, all’epoca della consulenza di Garofano (la fattura risale all’aprile 2017), il documento Linerallo doveva essere segreto.
La questione del Dna sotto le unghie di Chiara Poggi è da tempo al centro di nuove analisi e del maxi-incidente probatorio richiesto dalla Procura di Pavia, che ha incaricato nuovi consulenti. I risultati più recenti, infatti, indicano la compatibilità del profilo genetico maschile parziale isolato con quello di Andrea Sempio, sebbene su questo punto permanga una forte battaglia tra i periti e le difese.
L’interrogativo che ora si pone è: chi ha fornito alla famiglia Sempio e, di conseguenza, al consulente Garofano, l’accesso a un documento che avrebbe dovuto rimanere riservato? Le illazioni sulla stampa, respinte con forza dall’ex generale che ha parlato di “vergognose e ignobili illazioni”, alimentano i dubbi su possibili “fughe di notizie” o accessi indebiti a materiale investigativo delicato, in un’inchiesta che, a distanza di anni dalla condanna definitiva di Alberto Stasi, continua a riservare clamorose svolte e a sollevare polemiche. La consulenza di Garofano, tra l’altro, non verrà mai depositata.

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D.C.

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